
Si celebra oggi 5 ottobre la Giornata Mondiale degli Insegnanti.
Mi piace ricordare una persona che non dimenticherò mai: la mia insegnante di lettere Signorina Lidia Cammarota, che fu mia docente di italiano e storia per un solo anno alle scuole superiori, da poco scomparsa ultranovantenne.
Piccola e minuta, capelli castano ricci, grossi occhiali scuri, aveva un forte carattere, capace di tenere a bada una classe maschile di quindicenni, ma anche più, alquanto esuberanti. Era capace di fare amare le materie che insegnava. Quell’anno il programma prevedeva lo studio de “I promessi sposi” e lei si prodigò molto a farci appassionare alla lettura del romanzo. Ci ordinò anche di scrivere il riassunto dell’intero libro, un capitolo alla volta. Infatti io ne riempii due grossi quaderni, che ancora conservo gelosamente, frutto di un lavoro certosino, che però mi fece imprimere bene nella memoria vicende e personaggi manzoniani. Confesso che verso la fine del lavoro, stufo e stanco, decisi, per gli ultimi capitoli, di ricorrere all’aiuto del famoso “Bignami” (per chi non lo conosce si tratta di una collana di libri importanti riassunti in poche pagine).
I nostri rapporti continuarono anche dopo la scuola con stima reciproca.
Quando cinque anni fa pubblicai su Amazon il mio primo libro, la raccolta di racconti “Racconti di donne, tarocchi e briganti”, non contento dei giudizi positivi e scontati di parenti ed amici, decisi di inviarne a lei una copia per un giudizio da “professoressa”.
Mi rispose con una garbata lettera, stringata e lucida, con un giudizio entusiastico, commentando uno per uno i vari racconti del libro, augurandomi una proficua continuazione.
Mi fece un piacere enorme e quello fu l’incoraggiamento migliore che ricevetti, decisivo per convincermi a scrivere ancora.