Oggi è la festa di tutti. Siamo tutti attori in questo grande Teatro della Vita, ed oggi possiamo riflettere sull’opportunità che abbiamo di offrire una autentica interpretazione dei nostri sentimenti, dei valori di pace che dovrebbero sempre essere attuali e non ricordati “una tantum”, dei valori di amicizia e disponibilità verso chi ci circonda, di tolleranza e pazienza verso chi non la pensa come noi. Siamo tutti “personaggi” unici, tutti in cerca d’autore.
Stamattina, alle sette del primo giorno dell’anno, mi sono avvicinato alle finestre, c’erano buio e nuvole grigie. Le case di fronte, rigorosamente buie, avevano finestre da cui non filtrava nessuna luce; tutti dormivano, tutto taceva. Non passavano auto, neanche un gatto a quell’ora. In pigiama e con la tazza di caffè bollente tra le mani osservavo attraverso i vetri quattro passerotti che saltellavano sulla ringhiera del giardino accanto al mio, indaffarati a studiare il territorio per arrangiare la prima colazione. Dove sono finiti gli schiamazzi di qualche ora fa? I botti ripetuti a mitraglia di mezzanotte e minuti seguenti? Era un silenzio irreale quello che circondava la via. Sembrava che la gente, stanca, non avesse voglia di svegliarsi, non avesse voglia di cominciare a mettere in pratica i buoni proponimenti canonici che si formulano ad ogni inizio d’anno, non avesse voglia di essere la prima a cominciare, lasciando la palma del primato agli altri. E così le ore passano. Il guaio è che anche dopo, trascorso un giorno, una settimana, un mese o più, per molti le cose non cambieranno perché l’indolenza avrà messo radici, ostacolando qualsiasi iniziativa. Non voglio essere pessimista, ma purtroppo spesso le cose vanno così. Morale della favola: svegliamoci e liberiamoci dalla pigrizia mentale che blocca ogni nostro progetto.
Ricorrenza di domani: la scoperta dell’America avvenuta il 12 ottobre del 1492.
Dobbiamo essere grati al nostro connazionale Cristoforo Colombo per averci dato 530 anni fa l’opportunità di conoscere l’esistenza di un nuovo mondo, di aver allargato l’orizzonte sino a terre e mari mai visti primi, di conoscere civiltà di antica data, popoli simili ai nostri con sentimenti uguali ai nostri. Dobbiamo essergli grati per la sua intraprendenza e caparbietà nell’inseguire un progetto mai immaginato prima e ringraziare anche chi all’epoca credette in lui e finanziò la sua spedizione.
Non avendo l’intenzione di esaminare tutti gli aspetti della scoperta, mi limito qui ad osservare che nel campo alimentare, molte delle nostre abitudini ormai consolidate, derivano dall’importazione in Europa di tanti prodotti ed animali mai visti prima.
Patata, pomodoro, mais, cacao, fagiolo rosso, peperone, peperoncino, zucca, ananas, arachidi, fichi d’India, uva a fragola, papaya, noce di cocco;
Proviamo ad immaginare come sarebbe la nostra dieta mediterranea senza il pomodoro, e senza il cioccolato, e senza le noccioline americane, e il peperoncino, e soprattutto senza le patate. Decisamente la nostra tavola sarebbe più monotona.
Anche se è facile pensare che se non fosse stato Colombo ad esplorare la rotta a ovest, prima o poi ci sarebbe riuscito qualcun altro, sempre allo scopo di accorciare le distanze con l’oriente, che all’epoca imponeva alle navi il periplo dell’Africa prima di raggiungere, dopo mesi e mesi di navigazione, le Indie, resta il fatto che Europa ed Americhe da allora hanno tratto notevole beneficio dall’interscambio culturale.
A fine stagione estiva si celebra questa giornata per ricordarci le eventuali buone ferie trascorse oppure per dare ai ritardatari – come me – un avviso per non dimenticare la necessità di staccare la spina per un po’ di giorni e concedersi un po’ di riposo.
Comunque siamo tutti invitati a programmare ancora qualche giorno di svago e di sano turismo nelle numerose e bellissime località italiane, dalle città d’arte famose a quelle meno note, dalle aziende agricole alle località marittime, dalle colline alla montagna. Ce n’è per tutti i gusti. E con qualunque mezzo.
Il 25 settembre si celebra la Giornata Mondiale dei Sogni.
Cosa c’è di più bello che fare un bel sogno, non solo durante le ore notturne, quando al risveglio ci sforziamo di ricordare scene e dialoghi, a volte assurdi, assolutamente improbabili, ma anche durante la veglia! Sognare di realizzare un progetto, di creare una famiglia, di ottenere un avanzamento di carriera, di sbalordire in qualche modo gli amici, di incrociare uno sguardo gratificante, di migliorare sé stessi e gli altri.
In questi giorni tanti sognano di conquistare un seggio in Parlamento. Pochi ci riusciranno, gli altri resteranno delusi o si consoleranno pensando che almeno ci hanno tentato.
Il 21 settembre è una giornata molto importante perché si celebrano:
la Giornata internazionale della pace;
la Giornata zero emissioni;
la Giornata mondiale della gratitudine
la Giornata mondiale dell’Alzheimer.
Voglio soffermarmi solo sulla terza: “Giornata mondiale della gratitudine”
Cos’è la gratitudine? È riconoscere di aver ricevuto un beneficio, un favore, un servizio, che si esprime con il ringraziamento e la disponibilità a ricambiarlo.
Non è difficile dire “grazie”, ma tanti non lo fanno. Eppure è un’abitudine da insegnare ai bambini sin da piccoli, come qualsiasi altra buona regola di educazione: salutare, sorridere, essere sinceri, fare il proprio dovere.
La gratitudine, sia per chi la esprime e sia per chi la riceve, assume valore di sentimento positivo che rinsalda i rapporti con gli altri e ci fa stare bene, fa crescere la fiducia nel prossimo.
Il “Pisa Book festival” sarà l’evento letterario più importante delle prossime settimane. Anch’io sarò presente con il thriller “Luce sinistra in hospice” edito da Giovane Holden Edizioni. Ci troverete allo stand 73 dal 29 settembre al 2 ottobre. Vi aspettiamo!
Questo bel gatto si chiama Fushi, da qualche mese ha solo tre zampe perché l’anteriore destra gli è stata amputata dopo aver subito un incidente. Quando Fushi neonato arrivò nella famiglia di mio figlio, poco più di cinque anni fa, arrivò anche la nipotina Laura e i due crebbero insieme. Fushi era un minuscolo gatto grigio verde, con occhi intelligenti, velocissimo nel movimento, com’è tipico dei felini. Non so come abbia sopportato le pesanti carezze ed i modi grossolani di mia nipote, ma entrambi sono cresciuti con un amore reciproco profondo. Senonchè un brutto giorno Fushi tornò a casa in condizioni pietose, con una zampa maciullata, una grossa tumefazione alla testa, in pratica era mezzo morto, probabilmente investito da un’auto. Grande fu la disperazione di mia nipote e dell’intera famiglia. Il gatto fu subito portato al pronto soccorso veterinario, dove ricevette le prime cure, ma occorreva operarlo d’urgenza. Tra intervento chirurgico e medicinali bisognava spendere 1500 euro. Valeva la pena? Tra di noi vi furono pareri discordanti, poi le suppliche di Laura ebbero il sopravvento e Fushi fu sottoposto all’intervento di amputazione della zampa. Ora sta bene, si è ripreso alla grande, certo non può muoversi con l’agilità di prima e spesso deve rinunciare a delle prede che un tempo non gli sarebbero sfuggite, fa un po’ pena vederlo correre a tre zampe! Ma la considerazione finale è la seguente: Vale la pena di curare un animale come se fosse un essere umano e prodigarsi per esso con sensibile sacrificio economico? Con la stessa cifra Laura non avrebbe potuto comprare un altro micio? La mia risposta è, oggi, affermativa. Ne è valsa la pena, perché l’equilibrio emotivo di mia nipote ne avrebbe risentito e la sua serenità non ha prezzo!
È la parola d’ordine del nostro tempo. E noi? Facciamo qualcosa per aiutare la natura, anche piccoli gesti quotidiani, che assieme a quelli degli altri potranno dare beneficio alla nostra madre Terra!
Vi racconto un piccolo episodio: stamattina ho piantato un albero in Kenia! È una mangrovia che la Eden reforestation projects, incaricata da Microsoft, ha piantato per mio conto dandole il numero 131595. E’ una goccia nel mare, ma il mare è composto da tante gocce ed ognuna ha la sua importanza.